Pensieri sull’immortalità

Dopo avere spiegato cosa è la morte, quella personale, e quale atteggiamento è saggio mantenere nei suoi confronti, passiamo a constatare quale atteggiamento hanno le religioni nei confronti della morte, andiamo quindi in quella dimensione irreale della morte, l’elaborazione emotiva della religione, andiamo nel regno dell’immortalità. L’immortalità è un oggetto della religione, nel senso che è esclusivamente un’idea religiosa. Asserisco questo perché non esiste religione che non preveda la continuazione della vita dopo la morte, anche se questa vita è immaginata in modo differente tra una religione e l’altra, resta comunque identica la fede nell’immortalità, che diventa un tratto comune di tutte le religioni.

Nessuna religione asserisce che l’uomo termina la vita nella morte, anche se questo è la realtà più evidente condivisa dalla scienza. La morte è quindi ritenuta una fine apparente, anche se nella realtà gli uomini muoiono per sempre, anche se a suffragio di questa idea di immortalità non vi sia nella realtà nulla di concreto ed evidente. Scrisse Nietzsche: La grande menzogna dell’immortalità personale distrugge nell’istinto ogni ragione, ogni natura: tutto ciò che negli istinti è benefico, propizio alla vita, garante dell’avvenire, suscita a quel punto diffidenza.

Si deve riconoscere che convincere la maggioranza degli uomini dell’immortalità è stato un autentico miracolo compiuto dai teologi del passato e dei nostri giorni, tra le tante finzioni della religione sempre finalizzate a considerare reale l’immaginario, la credenza dell’immortalità è la più assurda, ma è forse l’impostura più desiderata perché appaga l’istinto di conservazione e sopravvivenza. Feuerbach: L’uomo infatti non desidera l’immortalità perché vi crede, ma vi crede perché la desidera.

Aggiungo che l’immortalità esiste non perchè è credibile o vi sono prove evidenti della sua sussistenza, ma esiste unicamente perche l’uomo aborre la morte, la paura della morte spinge alla fede nell’immortalità, l’indifferenza alla morte allontana dalla religione. Da un punto di vista filosofico l’immortalità non è semplicemente un assunto religioso perche tutte le religioni la sostengono, da un punto di vista filosofico essa è un oggetto della religione perche l’idea dell’immortalità è appunto solo un idea e tale resta, un’idea che non ha nessuna consistenza reale, essa esiste unicamente con lo scopo di contrastare la realtà della morte, ma questo contrasto verso la realtà della morte avviene per via unicamente immaginaria.

La natura di oggetto religioso l’immortalità lo assume quando essa cerca attraverso l’immaginazione di cambiare la realtà sgradita della morte. Scrisse Feuerbach: L’immortalità dell’uomo è un’illusione. Così ad esempio, l’immortalità dell’uomo, o l’uomo come essere immortale, è un oggetto della religione , ma è tale, è puro oggetto di fede, solo perche la realtà mostra precisamente il contrario, e cioè la mortalità dell’uomo. Ancora Feuerbach: La fede nell’aldilà non è altro che la fede nella verità della fantasia. Come già si era evidenziato con l’idea di Dio, anche nel caso dell’immortalità è solo il credere che fornisce consistenza all’idea, e se declina la credenza non resta nulla.

L’idea dell’immortalità è molto antica e forse è antica quanto l’uomo, le prime testimonianze storiche si trovano nella religione egizia nel culto di Osiride, il dio dell’oltretomba, risalente al XVIII a.c. quando si crede per la prima volta che l’uomo abbia una vita ultraterrena dopo la morte, non per tutte le persone ma solo per il faraone i dignitari di corte. Scrisse Russell: Se non temessimo la morte e non ci interessasse vivere più a lungo possibile, credo che l’idea dell’immortalità non sarebbe mai sorta. Feuerbach scrisse: i morti sono solamente esseri dell’immaginazione  Sono solamente per i viventi, non più per o in se stessi. Il ricordo dei morti è sacro proprio perche essi non sono più, il ricordo soltanto è il luogo della loro esistenza.

La teologia non è in grado di salvarci dalla morte, è sufficiente l’illusione per dare combustibile al fuoco della religione, e della fede in Dio. L’immortalità quindi esiste unicamente come idea, fantasia umana, semplicemente perché esiste il suo contrario: la mortalità dell’uomo, questa si che è reale sotto gli occhi di tutti ogni giorno, realtà sgradita e malaccetta alla quale l’uomo non potendo nulla oppone la speranza fantasiosa dell’immortalità.
In silenzio essi moriranno, in silenzio si estingueranno nel nome Tuo, e oltre tomba non troveranno che la morte. Ma noi manterremo il segreto, e per la loro stessa felicità li culleremo nell’illusione di una ricompensa celeste ed eterna. Fedor DostoevskijI fratelli Karammazov